Con il passare del tempo l'affinarsi delle tecniche di lavorazione di questo materiale ci ha permesso di renderlo totalmente adattabile in applicazioni che naturalmente non potrebbero essere realizzate. In particolare per superare i limiti dimensionali della materia prima, nella fattispece delle dimensioni del fusto dell'albero, nasce e viene sempre più sviluppato il legno lamellare ottenuto dall' incollaggio di tavole omogenee di legno opportunamente preparate, le cosiddette “lamelle”.
Tra le tante peculiarità del legno lamellare va evidenziata prima di tutte la sua leggerezza con soltanto 500 chilogrammi per metro cubo contro i 2000-2500 del cemento armato e i 7800 dell'acciaio ideale e molto diffuso per alleggerimenti strutturali.
Molteplici sono anche gli aspetti legati all'ambiente e alla sua tutela, infatti è un materiale naturale e rinnovabile che richiede un basso consumo di energia per la sua lavorazione, è biodegradabile ed è facilmente reciclabile. Pur essendo realizzate con materiale combustibile, le strutture in legno lamellare possono avere una resistenza al fuoco pari o superiore a quella di strutture in acciaio o in calcestruzzo armato.
Infatti grazie allo strato superficiale che viene appositamente carbonizzato per aumentare la resa termica, la combustione avviene lentamente conseguendone così un aumento molto lento della temperature che incide in modo quasi trascurabile sulla resistenza delle fibre di legno che compongono la parte interna non carbonizzata.
E' scontato che una struttura cede o crolla solo quando la sezione della parte non carbonizzata diminuisce a tal punto da non poter più svolegere la sua funzione portante. In conclusione la resistenza al fuoco di un elemento strutturale in legno lamellare dipende dalla velocità di carbonizzazione di quest'ultimo che viene accuratamente calcolata in modo sperimentale e analitico in base alle diverse specie legnose che lo compongono.